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formato
cm. 21 x 26,5
illustrato
si
bn/colore
bn

Bianco celeste

titolo
Bianco celeste
sottotitolo
Rivista aziendale della Edoardo Bianchi S.p.A., Milano
azienda
Edoardo Bianchi S.p.A.
durata
1958 (a. I) - 1968 (a. XI )
periodicità
Variabile da bimestrale a quadrimestrale
distribuzione
Spedizione in abbonamento postale ai dipendenti, collaboratori, concessionari e clienti dell’azienda
editore
Casa Ed. Stefanoni
direttore
Angelo Uglietti
art director
Franco Stefanoni
contributi
Gianni Bottarelli, Giovanni Diamantini, Ernesto Rosi, Marcello Marchesi, Bruno Raschi, Carlo Biscaretti di Ruffia, Roberto Patrignani, Nino Nava, Emilio Violanti, Paolo Punto, Gianni Carrera, Livio Giani, Piero Martin, Fulvio Astori
compilatore
Roberto Baglioni

La rivista della storica azienda, nata nel 1885 col nome Fabbrica Automobili e Velocipedi ‘Edoardo Bianchi’ allestendo il suo primo negozio in Via Nirone a Milano, vuole accompagnare l’assunto che l’azienda è da sempre sinonimo di design italiano, alta qualità e tecnologia avanzata. Il titolo richiama l’inconfondibile colore celeste (verde acqua) delle biciclette Bianchi, che ha contrassegnato la storia del ciclismo. Nell’editoriale che dà il via alla pubblicazione, leggiamo: "Ecco, finalmente, il nostro ‘Notiziario’. L’abbiamo battezzato ‘Biancoceleste’ in omaggio a quei colori che le folle sportive, non solo d’Italia, hanno visto sfrecciare vittoriosi tante e tante volte. I colori dei Tommaselli e dei Girardengo, dei Varzi e dei Nuvolari, dei Belloni e dei Coppi… Dovrà rappresentare il filo di cameratesca solidarietà che unisce il concessionario di Bolzano a quello di Matera… In queste pagine troverete notizie della ‘Bianchi’, della nostra e della vostra vita, del nostro e del vostro lavoro. E articoli tecnici, di varietà, di sport". Un caloroso appello alla collaborazione viene espressamente rivolto ai concessionari.

Il primo numero è occupato da un ricco profilo storico dell’azienda e della sua produzione, con corredo di illustrazioni riguardanti la linea di montaggio di cicli, ciclomotori, motocicli e catamarani, prodotti presso lo stabilimento di Milano-Taliedo. I numeri successivi passano in rassegna, oltre alla fortunata bicicletta da corsa, le moto modello ‘Bernina’, ‘Gardena’, ‘Turchino’ e ‘Tonale’ (dal nome dei passi montani), fino alla descrizione della piccola imbarcazione ‘Katamar’ (realizzato in Gabraster, resina poliestere, della società Montecatini). Ricco l’apparato di notizie riguardanti le gare ciclistiche locali, il Giro d’Italia, il Tour de France, con la rassegna stampa tratta dalle principali testate sportive. Una parte consistente dei contributi riguarda la strategia commerciale ed i suggerimenti di vendita ai concessionari. Tra le rubriche ricorrenti: "La lettera del Direttore", "La ruota e la bicicletta" (cronache e curiosità intorno alle due ruote), "La storia dei mezzi di trasporto", "In famiglia" (spazio dedicato alla vita domestica), "Fra noi" (anagrafica dei dipendenti), "Il trenino delle notizie", "Sorridiamo insieme… Bianchi Ufficio Propaganda e Stampa" e l’umorismo di "Risate su due ruote". L’importanza di iniziative di stimolo all’affermazione e identificazione nel brand aziendale si traducono in alcuni concorsi rivolti ai concessionari Bianchi, denominati "La vetrina più bella", e nella cronaca ai tanti raduni nazionali. La comunicazione passa anche attraverso la presenza ricorrente di Bianchi alla Fiera di Milano e alle principali esposizioni internazionali del ciclo e del motociclo; ma anche con i fotogrammi dei cortometraggi realizzati dalla ‘General film’ (1962) per pubblicizzare in TV lo scooter ‘Orsetto’, destinato al traffico cittadino, che va ad affiancare il ciclomotore ‘Falco’ e la bici a motore ‘Mobylette’. Per la parte normativa, non manca lo sforzo alla diffusione e al commento delle disposizioni previste dal nuovo codice della strada (1960), anche tramite servizi che mettono in luce quanto ‘rende’ al fisco il motociclismo. Nell’annata 1963 troviamo la descrizione del nuovo stabilimento della ‘E. Bianchi motomeccanica’ di Rovereto, dove si prevede una produzione a regime di circa 80.000 motori. Ricco l’apparato pubblicitario tecnico che chiude ogni numero (15 pp.), dedicato ai fornitori e introdotto da annunci come questo: "leggete le pagine che seguono. In esse potrete trovare la notizia che interessa il vostro lavoro!", e che reclamizza concessionari, officine e industrie meccaniche. Le copertine presentano interessanti rese grafiche, anche grazie ad alcune importanti firme di note agenzie pubblicitarie: Gavino Sanna, Concato e Colombo, Recalcati, Krimer, Gianni Brusamolino, Giulio Cisari, Tino Stefanoni, Piero Camparada. Con il crollo delle vendite motociclistiche negli anni Sessanta, la Bianchi entra in una grave crisi finanziaria, che sfocerà, alla fine del 1964, nella dichiarazione di liquidazione della società. La produzione delle moto passerà alla Bianchi Velo, il ramo ciclistico della Casa di viale Abruzzi, che, nel 1967, sarà rilevata dalla Piaggio. Nel 1968 - anno di cessazione della rivista - s’inaugura la nuova serie, assottigliata nei contenuti ma con un maggior numero di immagini. L’impianto è pressoché reclamistico: fra le novità, la pubblicizzazione del distributore automatico di bevande ‘SR’ licenziato dalla società ‘Bianchi Velo’.