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pagine
da 4 a 35
formato
cm. 21 x 31; poi 24,5 x 34,5; poi 21 x 30
illustrato
si
bn/colore
bn

Bollettino Sava

titolo
Bollettino Sava
sottotitolo
Mensile dei dipendenti del Gruppo S.A.V.A.
azienda
Gruppo Sava
durata
aprile-maggio 1950 (a. I, n. 1 ) – ottobre-dicembre 1970 (a. XXI, n. 3-4)
periodicità
Variabile da bimestrale a semestrale, annuale dal 1968
distribuzione
Spedizione per abbonamento postale
editore
S.A.V.A Porto Marghera, Direzione
direttore
Bruno Sorato, Vittorio Andreaus
contributi
Giorgio Bertolin, Mario Bison, Elio Bracco, Lionello Bulian, Oscar Careddu, Claudio Cerasi, Ernesto Corti, Luciano Dionisio, Mario D'Olif, Cesare Esposito, Vito Farina, Luigi Filippi, Domenico Laganà, Federico Mazzolari, Giorgio Monego, Giancarlo Moro, Enzo Napolitano, Giovanni Nuesch, Carlo Pagnoscin, Paolo Rizzi, Stefano Scorza, Marcello Simion, Giovanni Terrizzano, Ermanno Trotta, Andrea Vettori, Maria Villa, Mario Zanardi, Nietta Zanetti, Gino Zoppellaro
stampatore
Tipografia Carlo Ferrari
note
Al n. 3-4/1970 è abbinato il supplemento Più sicurezza per l’uomo.
compilatore
Roberto Baglioni

Il giornale della Società alluminio veneta anonima (SAVA, già Società allumina italiana, di proprietà di un gruppo di industriali veneti associati all’impresa svizzera Alusuisse), costituita nel 1927 e capace, nel suo massimo splendore, di impiegare 3.000 dipendenti nella produzione di allumina e alluminio, testimonia la vita di uno dei comparti qualificanti del polo industriale di Porto Marghera. Nel primo numero del periodico il direttore Bruno Sorato vuole dare un’impostazione editoriale assai neutra: «…sarà nostra cura di evitare qualsiasi argomento che abbia la pur minima attinenza alla vita politica del nostro Paese, o che si riferisca alle organizzazioni sindacali di qualsiasi settore o corrente. Nel lavoro siamo tutti lavoratori senza divisioni né barriere e nostro scopo deve essere quello di farci sentire più uniti, di convincerci che viviamo in un’unica grande famiglia».

Il giornale della Società alluminio veneta anonima (SAVA, già Società allumina italiana, di proprietà di un gruppo di industriali veneti associati all’impresa svizzera Alusuisse), costituita nel 1927 e capace, nel suo massimo splendore, di impiegare 3.000 dipendenti nella produzione di allumina e alluminio, testimonia la vita di uno dei comparti qualificanti del polo industriale di Porto Marghera. Nel primo numero del periodico il direttore Bruno Sorato vuole dare un’impostazione editoriale assai neutra: «…sarà nostra cura di evitare qualsiasi argomento che abbia la pur minima attinenza alla vita politica del nostro Paese, o che si riferisca alle organizzazioni sindacali di qualsiasi settore o corrente. Nel lavoro siamo tutti lavoratori senza divisioni né barriere e nostro scopo deve essere quello di farci sentire più uniti, di convincerci che viviamo in un’unica grande famiglia».

Nasce come modesto giornaletto di poche pagine, che ha soprattutto l’intento di divulgare l’oggetto della produzione aziendale con il suo vasto impiego, ovvero l’alluminio e le sue leghe, e di testimoniare i principali fatti interni all’azienda, peraltro con uno scarso corredo fotografico. L’uscita da questa veste grafica dimessa si ha - almeno nelle intenzioni - a partire dal settembre 1952, con un nuovo formato e con l’invito esplicito del direttore agli operai affinchè essi siano i protagonisti di proposte innovative del ciclo produttivo, promettendo che il giornale provvederà a riconoscergliele mediante concorsi a premio dedicati. L’iniziativa si consoliderà con la nascita, nel 1958, della ‘Banca delle idee’, pensata all’interno dell’ufficio relazioni col personale e dotata di un vero e proprio statuto. L’avvio del tentativo di una nuova strategia di comunicazione è testimoniata anche dalla partecipazione della società ai convegni dell’Associazione della stampa aziendale italiana. Tali progressi risultano però assai circoscritti, mancando ancora una chiara politica redazionale, il che costringe il giornale entro uno stretto schema autoreferenziale. Una grande attenzione è posta nell’adozione delle misure di sicurezza e di antinfortunistica, oltre che al tema previdenziale. Nel 1968 si assiste ad un nuovo cambio di grafica della rivista e del suo schema redazionale, che però assume una periodicità sempre più sporadica, addirittura annuale. Il nuovo direttore Vittorio J. Andreaus saluta così la nuova serie: «La documentazione fotografica si abbinerà al testo con una certa larghezza, il testo verrà mantenuto entro una rigorosa sobrietà. In questo fascicolo inizia il racconto della nostra fabbrica e della metallurgia dell’alluminio sotto il titolo appunto Il nostro lavoro pezzo per pezzo: ci rifacciamo ovviamente alla fabbrica Allumina di Marghera… qualche pagina verrà dedicata a temi di attualità, e per primo si è prescelto ‘I giovani e la scuola’». Tra i cambiamenti, la cronaca aziendale assume maggior rilievo ed è connotata dalla colorazione rosa delle pagine.

La rivista cessa col 1970, forse in concomitanza con l’aprirsi di una lunga e difficile crisi aziendale dovuta all’aumento dei costi dell’energia elettrica da cui la produzione dell’alluminio dipende fortemente e alla sempre più consistente esposizione finanziaria verso le banche. La Sava fu infatti uno dei primi stabilimenti ad entrare in crisi negli anni Settanta, dopo una serie di ristrutturazioni che gli permisero di proseguire la produzione di alluminio fino ai primi anni Novanta, quando essa cessò completamente e si provvide a riconverte l’utilizzo dell’area industriale in servizi di movimentazione intermodale