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pagine
da 24 a 32
formato
cm. 20 x 28,5; poi 24 x 32
illustrato
si
bn/colore
colore

Cartiere di Verona

titolo
Notiziario Cartiere di Verona poi Cartiere di Verona
sottotitolo
Rivista aziendale (dal 1963)
azienda
Cartiere di Verona
durata
1957-1969 (per un totale di 37 numeri)
periodicità
Due numeri all’anno per il 1957-58, trimestrale dal 1959 e poi indicata come quadrimestrale dal 1964 con periodicità non sempre regolare
direttore
Giordano Sormani
art director
Mario Scheichenbauer
contributi
Ketto Cattaneo, A. Grigis, Clelia Alberici, Visina Arrigoni, Gio Bonelli, Pierpaolo Brugnoli, Renzo Brustia, Vittorio Buzio, Marisa Capelli, Renzo Chiarelli, Antonio Fasolato, Mario Fezzi, Alberto Lorenzi, Wilma Marino, Fernando Marziali, Mario Masini, Mercedes Precerutti-Garberi, Nunzio Presti, Franco Riva, Silvana Salvoni, Luigi Santucci, Isabella Ventura, Giorgio Voghi
stampatore
Agnelli, SESA, Amilcare Pizzi
note
Fino al 1962 Ketto Cattaneo ricopre il ruolo di redattore (dal 1963 A. Grigis). Prima dei cambiamenti introdotti nel '63, agli articoli della relazione si aggiungevano testi scritti dai dipendenti delle Cartiere di Verona.
compilatore
Barbara Cattaneo

“Cari Amici lettori, è questo il primo numero di una pubblicazione periodica dedicata principalmente alla grande famiglia dei dipendenti delle Cartiere di Verona. Essa non ha altra ambizione se non quella di essere un notiziario, esattamente come si intitola, e di riportare quindi notizie di vostro immediato interesse (…) I suoi redattori non sono giornalisti di professione, ma vostri colleghi di lavoro, dipendenti anch’essi delle Cartiere di Verona (…) La direzione della rivista sarà lieta di accettare la collaborazione di tutti voi”. Sono questi alcuni dei principali contenuti dell’editoriale di esordio dell’house organ aziendale per voce del suo direttore Sormani.

Questo numero di apertura, ha un taglio prettamente “istituzionale”. Nell’articolo Storia delle Cartiere di Verona vengono ripercorse rapidamente le tappe della Società Anonima Cartiere di Verona, costituita nel 1928 dalla fusione della S.A. Cartiera Padana di Castelvetro Piacentino e dalla Cartiera Albano Franchini, proprietaria dello stabilimento di Verona. Nel 1931 entra a far parte del gruppo anche la Cartiera Bagarelli di Milano, nel 1938 viene acquistato lo stabilimento di Longarone (Belluno) dell’Industria Veneta della Carta e del Cartone S. Marsoni e C. di Venezia e nel 1942 lo stabilimento di Vedano Olona (Varese) della Società Samec. Con 1800 dipendenti alla data dell’articolo (1957), suddivisi nei 5 stabilimenti citati, le Cartiere di Verona si posizionano tra le prime industrie italiane del settore cartario e della produzione di cartone e imballaggi. Il secondo articolo è un breve profilo biografico del Presidente della Società, Adolfo Seminari. Segue un ampio servizio sull’Asilo Vittoria a Gratosoglio (Milano), realizzato dalla Società per i figli dei dipendenti, inaugurato dall’allora arcivescovo di Milano G.B. Montini, e parte di un più grande complesso destinato alle abitazioni per gli operai del vicino stabilimento di Gratosoglio, cui è dedicato l’articolo successivo. Chiudono la rivista brevi articoli sulla storia della carta, le colonie, le medaglie d’oro assegnate ai dipendenti anziani, la partecipazione della Società alla Fiera di Milano, lo stabilimento di Verona, sorto nel 1894 come Cartiere Albano Franchini.

Le interviste al personale dei 5 stabilimenti è un appuntamento fin dai primi numeri, così come l’attenzione dedicate ad alcune opere aziendali (dopo l’Asilo Vittoria, il periodico si occupa dell’asilo di Longarone). Dal n. 2 è allegato «Il notiziario dei piccoli», supplemento di 4 pagine dedicato ai figli dei dipendenti e che durerà fino al 1962. Con lo pseudonimo di “Zio Rico”, il redattore Ketto Cattaneo presenta il foglio a loro dedicato contenente racconti e illustrazioni. In alcuni numeri del notiziario vero e proprio vengono anche pubblicate interviste ai bambini e viene costantemente dedicata ai loro genitori la rubrica I nostri bambini. Notevole è lo spazio dedicato alle colonie aziendali. Notizie di casa nostra è la rubrica tradizionalmente riservata agli eventi nelle famiglie dei dipendenti

Tra le rubriche più significative figura I nostri fotografi, che dal n. 5 dedica una pagina agli scatti di un dipendente che abbia l’hobby della fotografia.

La Carta nei tempi è la rubrica che presenta storicamente il prodotto ed è per questo illustrata con immagini storiche tratte da pubblicazioni ottocentesche.

Nel notiziario sono abbastanza numerosi gli articoli sia di intrattenimento (moda, collezionismo, festività, viaggi, racconti di autori classici della letteratura straniera come Wilde, Leskov, Doyle, London) che di attualità. Riguardo a questi ultimi, nel n. 8 si dedica ad esempio un ampio articolo all’applicazione del nuovo Codice della Strada ai ciclisti. All’epoca, la bicicletta risultava essere ancora uno dei mezzi di trasporto più diffusi e probabilmente veniva utilizzata anche da molti dipendenti dell’azienda. Questo fatto potrebbe spiegare il fine educativo che l’articolo si prefiggeva. Dello stesso tenore anche il resoconto sulla riforma INAM per l’assistenza ai lavoratori, oppure il Concorso a premi contro gli infortuni indetto tra i dipendenti. Un articolo sulla rivalutazione delle pensioni nel n. 17 del dicembre 1962 è dovuto “alla cortese concessione della Redazione di «Due più due», il periodico aziendale della Montecatini”. Ancora in tema di trasporti viene dato rilievo ai lavori per la costruzione della metropolitana di Milano nel n. 13 dell’agosto 1961.

Con il n. 9 dell’aprile 1960 il notiziario cambia aspetto e impaginazione per le motivazioni che sono riportate nell’Editoriale. La copertina “è cambiata sia nel disegno che nella carta che in questo caso è un cartoncino e precisamente un tipo fabbricato nel nostro stabilimento di Verona e che trova il suo maggior impiego per la confezione di astucci fini, cartelli, ecc. E dato che siamo in argomento ci teniamo a precisarvi che anche il cartoncino bicolore dei due quartini interni è fabbricato a Verone e serve principalmente per scatole ed astucci. Forse vi chiederete perché questa novità del cartoncino e noi siamo pronti a dirvi cosa ci ha spinto ad usarlo: rendere il Notiziario sempre più cosa nostra anche nel materiale con cui è composto, dato che non produciamo carta da stampa. (…) Altra novità di rilievo sono le pagine a colori. Queste forse non le manterremo sempre nei prossimi numeri, ma erano indispensabili qui, per dare il giusto rilievo all’impianto della macchina 5”. L’alternarsi del cartoncino o di carte speciali alla carta tradizionale per le pagine della rivista diventa una costante del periodico fino al n. 17. La nuova copertina, come le precedenti, ha come soggetto principale una scatola, questa volta presentata nel suo sviluppo prima del montaggio. La centralità data al packaging, è dovuta al fatto che gli imballaggi sono una delle principali produzioni delle Cartiere di Verona. Così come fino al n. 8, anche le copertine dal n. 9 al 17 cambiano di volta in volta solo per i colori, mantenendo una struttura identica. L’attenzione all’aspetto grafico, pur nella limitatezza dei mezzi a disposizione, era già stata una preoccupazione per i numeri precedenti. Nel n. 6, ad esempio, un errore tipografico determina la stampa quadrettata di alcune fotografie. Anziché soprassedere, si trae spunto da questo errore per spiegare tecnicamente, nel numero successivo del notiziario, il processo di stampa con clichés e retini. Il fatto che le Cartiere di Verona operassero in un settore legato a quello della stampa spiegano l’attenzione a questi aspetti.

Al nuovo impianto della “macchina 5” e al personale che vi lavora sono dedicati gli articoli dal taglio divulgativo dei nn. 9 e 10. Nei numeri successivi vengono presentati anche altri impianti oltre che prodotti dell’azienda come l’Isocarver, un traliccio alveolare ottenuto accoppiando diversi strati di cartone ondulato semplice e impiegato per l’armatura di pannelli, serramenti e mobili. Alcuni articoli sono dedicati agli imballaggi e alle loro caratteristiche principali. Utilizzati per il confezionamento degli articoli più diversi (dalle uova pasquali ai frigoriferi), gli imballaggi Carver (Cartiere di Verona) vincono in varie edizioni l’Oscar dell’Imballaggio, premio esistente ancora oggi e istituito a partire dal 1957 dall’Istituto Italiano Imballaggio, e il premio Eurostar della European Packaging Federation.. Le Cartiere di Verona partecipano dalla prima edizione del 1961 alla fiera Ipack a Milano. Oltre che per i premi conseguiti, la produzione di imballaggi diventa motivo di orgoglio nel momento in cui contribuisce, almeno in parte, al successo della spedizione del 1961 al Monte Mc Kinley, guidata dall’alpinista Riccardo Cassin, che aveva potuto usufruire di appositi imballaggi realizzati appunto dalle Cartiere di Verona.

Dal 1963 l’house organ cambia titolo, redattore, formato e fisionomia. Da “notiziario” diventa “rivista aziendale” come recita il sottotitolo. Ciò significa che gli articoli dedicati alla vita aziendale vengono ridimensionati e spostati al termine della rivista, mentre la maggior parte delle pagine è dedicata ad articoli sulla storia dell’arte, dell’architettura, della grafica. Mentre nel notiziario gli articoli erano redatti prevalentemente dalla redazione e da alcuni dipendenti, nella nuova rivista ci si avvale di collaborazioni esterne, alcune delle quali di studiosi affermati come Clelia Alberici, Pierluigi Brugnoli, Mercedes Precerutti-Garberi. La rivista viene riservata soprattutto a un pubblico esterno all’azienda, e questo spiega anche la sua maggiore eleganza. Ogni copertina è dedicata a un’opera d’arte generalmente a tutta pagina, sia sulla prima che sulla quarta. All’interno, pagine in bianco e nero si alternano a pagine a colori. Il nuovo formato della rivista consente di valorizzare le illustrazioni, che in molti casi vengono riprodotte a piena pagina con taglio al vivo. Particolare cura è riservata alla selezione delle immagini fotografiche. L’utilizzo di pagine di carta patinata e perlata valorizza ulteriormente la riproduzione delle opere. La qualità della stampa è da attribuirsi all’esperienza dello Stabilimento Grafico Amilcare Pizzi di Milano. Le illustrazioni a colori sono pubblicate per concessione della Silvana Editoriale d’Arte, fondata dallo stesso Amilcare Pizzi. Nella seconda di copertina è dichiarato il tipo di cartoncino delle Cartiere di Verona che è stato utilizzato. Ciò in continuità con ciò che già la rivista aveva iniziato a fare negli anni precedenti, utilizzando i propri prodotti per la stampa e per una forma di autopromozione.

Rispetto ai contenuti la maggior parte delle pagine è riservata, come detto, ad articoli sull’arte, l’architettura, la grafica. Ad articoli monografici su grandi artisti come Michelangelo, Andrea del Castagno, Masaccio, Paolo Uccello, si affiancano articoli sulle grandi opere dell’architettura dal Duomo di Milano, alle arche scaligere, a S. Ambrogio, alla basilica di S. Zeno. Occasionalmente vengono pubblicati articoli sulla carta e sui prodotti che ne derivano. Gli articoli si legano idealmente a quelli sulla grafica nei manifesti pubblicitari, negli ex libris, nelle carte da gioco. Articoli di società e costume su viaggi, cinema, letteratura determinano un’alternanza di argomenti tra antico e moderno. Gli articoli dedicati all’azienda sono limitati a due rubriche, che solitamente occupano le ultime 5-6 pagine: Vita aziendale (con il breve resoconto di eventi legati all’azienda come visite, premiazioni di anzianità, colonie, ecc.) e Cronaca familiare riservata a eventi legati alla vita personale dei dipendenti (matrimoni, nascite, ecc.). Viene dato spazio alle novità aziendali solo nel caso di particolari ricorrenze (come il genetliaco del presidente della Società) o di eventi di rilievo nell’attività degli stabilimenti (come nel caso del disastro e della ricostruzione del Vajont che distrusse lo stabilimento di Longarone, provocò la morte di molti lavoratori e determinò l’edificazione di nuovi impianti a Santa Giustina Bellunese, o di fatti meno eclatanti come il nuovo reparto produzione pasta di legno dello stabilimento di Milano).