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pagine
da 8 a 36
formato
cm. 37,5 x 30; poi 38 x 27; poi 34 x 24; poi 35 x 26
illustrato
si
bn/colore
bn

Pi vendere

titolo
Pi vendere
sottotitolo
Pubblicazione per i rivenditori
azienda
Pirelli
durata
settembre 1958 (a. I, n. 1) - luglio 1970 (a. XII, n. 1)
periodicità
Variabile, da 1 a 7 numeri all'anno
distribuzione
Distribuito ai rivenditori di pneumatici Pirelli
editore
Pirelli
direttore
Mario Giretti, Giampiero Zanni
art director
Ezio Bonini, Giancarlo Guerrini, Heinz Ochsner, Ottorino Monestier, Fulvio Carcano, Peter Vogt, Ursula Noerbel
illustratori
Riccardo Manzi
stampatore
Pirelli spa
compilatore
Chiara Guizzi

Rivista rivolta ai rivenditori di pneumatici Pirelli, diretta da Mario Giretti e poi da Giampiero Zanni (1968), susseguitisi a capo della Direzione Vendite Pneumatici dell'azienda. Funzioni fondamentali della rivista sono essenzialmente due: da un lato supportare l’attività di vendita dei negozianti («perchè la prosperità dei nostri venditori si identifica infine con la nostra prosperità», n. 3/1959), con suggerimenti su come sbaragliare la concorrenza e su come consigliare e assistere i clienti; dall’altro lato veicolare in modo capillare sul territorio il messaggio pubblicitario Pirelli.

Sono gli anni della motorizzazione di massa in Italia, il cui simbolo, l’Autostrada del Sole, si snoda progressivamente lungo il paese (Giorno e notte sull’Autostrada del Sole, n. 1, 1961, Un’autostrada di lusso, n. 3, 1961, Autostrada del Sole Firenze Napoli, n. 5, 1961).

I numeri parlano chiaro (Due milioni di auto in Italia, n. 1, 1961, Verso le 300.000 trattrici, n. 2, 1963, Un milione in più, n. 1, 1967) e in un settore a forte concorrenza internazionale il successo di una casa produttrice di pneumatici può determinarsi anche sul piano dell’organizzazione commerciale e dell’attività pubblicitaria, aspetti che sono dunque particolarmente curati dall’azienda milanese. La rivista Pi vendere costituisce uno degli strumenti cardine della politica promozionale della Pirelli, poichè raggiunge il punto terminale dell’organizzazione di vendita: il negozio - «oggetto delle più attente cure» da parte del titolare ma anche «della Casa Madre che fornisce [loro] il prodotto» (Lo sconto invisibile, n. 4, 1963) - e, attraverso di esso, il più largo pubblico della clientela. Nell’editoriale di presentazione della rivista si legge: «riteniamo opportuno che non si allenti, proprio al suo anello più importante - quello delle vendite - la catena di coordinazione e di mutuo apporto caratteristica di tutto il ciclo di lavoro che si svolge nella nostra come in ogni moderna organizzazione»

 

Molto presenti sin dagli inizi sono i resoconti e gli aggiornamenti sulle nuove iniziative pubblicitarie, considerate come un valore aggiunto molto importante fornito dal “pacchetto” Pirelli, grazie al quale «un fiume di pubblicità ogni anno si riversa sulla totalità degli utenti italiani» (Il perchè di una fiducia, n. 7, 1960).

I mezzi pubblicitari offerti ai rivenditori vanno dagli espositori per la merce (n. 1, 1963) ai bozzetti dei migliori artisti grafici del tempo - Noorda, Bonini, Ottinetti, Lamm, Savignac, Fletcher - per cartelloni, insegne, inserti “personalizzabili” («sono a vostra disposizione. Ve li forniamo noi completamente gratis, col vostro nome abbinato al nostro marchio», La nostra organizzazione pubblicitaria al vostro servizio, n. 7, 1960); dalle “diapositive cinematografiche” (n. 10, 1960) alle “diavive” (n. 1, 1962, n. 2, 1963), strisce animate della durata di 26 secondi, che consentono di «divertire il pubblico senza infastidirlo, come invece può accadere con i film pubblicitari a lungo metraggio»; dai gadgets («l’omaggio di un oggetto è un gesto simpatico che non viene dimenticato e che stabilisce un rapporto di cordialità fra voi e il vostro cliente», n. 4, 1962, n. 2, 1964) ai caroselli pubblicitari (n. 3, 1963, n. 2, 1964, n. 1, 1967); dai film (come La lepre e la tartaruga, realizzato dalla Pirelli ltd di Londra e vincitore del festival del cinema industriale di Venezia, con protagonisti un camion gommato Zeus e una jaguar gommata Cinturato, n. 2, 1966) a targhe e insegne luminose (n. 1, 1967, n. 1, 1969).

Si segnalano inoltre i nn. 1-2 del 1965, 1-2 del 1966, 1 del 1968 dedicati al lancio del Cinturato, con una rassegna della campagna pubblicitaria messa in atto, attraverso cinema, televisione, manifesti e pubblicità nei negozi.

 

Ampio spazio è dedicato anche ai rivenditori, alle loro storie personali e a quelle delle loro attività commerciali. Dalla iniziale rubrica Voi, nostri amici, nella quale sono pubblicate foto inviate direttamente dai lettori, si passa nel 1961, e per l’intera durata della rivista, a Protagonisti della vendita, veri e propri “servizi” corredati da fotografie, redatti da inviati del giornale.

 

Sempre presenti notizie sui prodotti, sia di tipo “promozionale” - soprattutto in occasione del lancio di nuovi modelli di pneumatico, cui sono dedicati numeri monografici (come il BS3, n 4, 1959, o il Cinturato, n. 1, 1965) - sia di tipo tecnico, su utilizzo e manutenzione. Presenti anche notizie sull’attività dell’azienda più in generale, con articoli sugli stabilimenti Pirelli e sulla sua attività nel mondo, o sulle altre riviste del gruppo (Pirelli, n. 9, 1960, nn. 1-2, 1961 e Vado e Torno, n. 1, 1963, n. 2, 1965). Tra gli altri, si segnalano: il reportage fotografico sull’incendio dello stabilimento di Bicocca (n. 4, 1962); Il capo dello Stato a Bicocca, n. 1. 1967; Fatti col cervello (n. 1, 1967) e Gli elettroni per lo studio dei pneumatici (n. 1, 1969) sull’utilizzo dei calcolatori elettronici per la progettazione degli pneumatici; Un magazzino per 600.000, sul nuovo gigantesco magazzino per lo stoccaggio degli pneumatici a Bicocca, n. 1, 1968; Un laboratorio all’aperto, sulla pista di prova di Vizzola, n. 2, 1969.

 

Nel 1962 cambiano la grafica del titolo, l’impaginazione e in parte i contenuti. Dalla parola “vendere” sovrapposta alla scritta “Pirelli” si passa alla scritta “P vendere”, con la P lunga. A partire da questo momento la prima e la quarta di copertina riportano una foto a tutta pagina, dapprima accompagnata da una breve didascalia, poi, dal 1964, senza alcun testo. Tra le prime foto a comparire quelle con alcune modelle per la pubblicità degli pneumatici Cinturato e Sempione, che, montate su pannelli, sarebbero state inviate ai rivenditori che ne avessero fatto richiesta per i loro negozi. La serie di 4 scatti per il Sempione porta la firma di Ugo Mulas, mentre le altre foto di copertina non sono attribuite.

Da questo momento compare anche l’editoriale del direttore su argomenti di tipo tecnico-pratico (caratteristiche dei prodotti, come comportarsi con le scorte, ecc.), sulla situzione della motorizzazione e delle vendite, su come battere la concorrenza (I vostri punti di forza, n. 2, 1964).

Compaiono inoltre nuove rubriche, come Mille idee per vendere e Il labirinto del commercio, su questioni economiche e fiscali di interesse per i rivenditori. Gli argomenti si allargano poi al campo della televisione, del tempo libero e dello sport, con articoli firmati da Alfredo Binda e Giuseppe Meazza. Questa impostazione più “varia” cede il passo però già l’anno successivo, probabilmente sull’onda dell’esito del sondaggio lanciato dalla rivista presso i propri lettori, che dà come risultato una preferenza maggioritaria per gli articoli «di carattere tecnico sulle coperture auto-moto-velo (caratteristiche, costruzione, prove, manutenzione, usura, attrezzatura per le stazioni di servizio)» e per quelli di «carattere commerciale (pubblicità, vendita e concorrenza tra i rivenditori)», Pi vendere come lo volete, n. 3, 1963.

 

Nel corso del 1962 Riccardo Manzi, umorista e pittore protagonista di tante campagne pubblicitarie Pirelli di quel periodo, regala a Pi vendere una vignetta in esclusiva.

 

Altri cambiamenti nel formato e nelle caratteristiche grafiche risalgono al 1964, al 1966 (con il passaggio della stampa alla Rizzoli, l’impaginazione affidata a Ottorino Monestier e le prime copertine a colori) e al 1968 (con l’introduzione della carta patinata).

 

Gli articoli non sono firmati, con l’eccezione degli interventi di “ospiti” illustri, come Piero Taruffi, Alfredo Binda, Giuseppe Meazza, Giuseppe Signori, Alberto Pozzolini.

Nel 1964 e 1965 nel sommario sono citati i “collaboratori”: Aurelio Arduini, Ever, Gianfranco Campione, Attilio Fagioli, Franco Ferrario, Alberto Pascale, Luigi Germano, Giorgio Giacosa, GianMario Maletto, Roberto Parolini, Lorenzo Pilogallo, Gianfranco Viatori.

 

Si segnala infine un articolo dagli interessanti risvolti di costume, su come trattare le Donne al volante (n. 1, 1966), nuovo segmento di clientela in crescita, le quali, si precisa in barba al senso comune, «non sono più pericolose degli uomini»!