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pagine
da 16 a 72
formato
cm. 21 x 28
illustrato
si
bn/colore
bn

Piaggio

titolo
Piaggio
sottotitolo
Rivista della produzione e della organizzazione Piaggio
azienda
Piaggio & C. S.p.A.
durata
1949 (a. I) – 1979 (a. XXXI)
periodicità
Variabile da mensile a quadrimestrale
distribuzione
Agenti e subagenti dell’azienda, clienti
editore
Casa Editrice Giuseppe Lang
direttore
Renato Tassinari, Umberto Piccini, Ettore Zancani, Enzo Cecchi
art director
Giuseppe Casarino, Giampietro Cristiani
contributi
Vincenzo Balsamo, Giovanni Canestrini, Luigi Cucco, Corradino D'Ascanio, Dino Falconi, Corrado Filippini, Gino Magnani, Yvonne Bordi, Ruggero Tito Zanetti
note
Copertina a colori
compilatore
Roberto Baglioni

Pubblicazione sorta per celebrare il successo commerciale mondiale ottenuto da Piaggio con la creazione del mito Vespa, lo scooter nato appena tre anni prima (1946) e che ambisce, con le informazioni ed i servizi pubblicati, ad assecondare l’immaginario di un vero e proprio movimento di utilizzatori accomunati da una passione senza precedenti per quello che è un oggetto di culto del design italiano e che continua ancora oggi ad alimentare una vera e propria suggestione collettiva. Nell’editoriale introduttivo si rende nota l’essenza del notiziario: "…si è pensato di creare un punto d’incontro tra la Casa costruttrice della Vespa, i suoi Agenti che seguono lo sviluppo del mercato e il numero sempre crescente dei suoi possessori. Queste pagine daranno luogo a questo incontro e rifletteranno quello che ormai si può definire il ‘mondo della Vespa’".

La collaborazione alla rivista è aperta a tutti gli agenti e subagenti, nonché a tutti i clienti possessori, mentre i gruppi Vespisti, organizzati in club, sono invitati a contribuire con notizie dettagliate sulla loro attività, oltre che col materiale fotografico che illustri la diffusione e l’impiego dello scooter in Italia e nel Mondo. Esordisce l’ingegner Corradino Ascanio, l’inventore dello scooter, con l’articolo Come è nata la ‘Vespa’ che traccia la storia della sua geniale trovata, concepita dalla conversione delle produzioni belliche aeronautiche. Gran parte della rivista ospiterà, principalmente, servizi sulle affermazioni sportive e di competizione, sulla partecipazione alle esposizioni, sull’uso turistico del mezzo, sui Vespa club e sull’associazionismo, sui concorsi fotografici, sulla nascita e sviluppo della rete distributiva estera. Puntuali le statistiche che riportano il successo di mercato, ma anche le riflessioni sull’evoluzione della domanda. La Vespa, insomma, è al centro di un vero e proprio fenomeno sociale e culturale: si pensi alla rubrica Divi e Dive, che celebra la Vespa come testimonial del grande Cinema, nazionale ma anche hollywoodiano. Tra le trovate pubblicitarie più originali, ci piace ricordare quella pensata da Leo Longanesi per le copertine del suo celebre settimanale "Il borghese" in cui la potenza del messaggio satirico, espressa con l’utilizzo di una semplice ma autoriale grafica stilizzata raffigurante il mezzo, riesce ad essere persino più efficace dell’utilizzo della fedele riproduzione fotografica (n. 34/1955). La Vespa diviene inoltre il mezzo dell’emancipazione della donna, rappresentando la sua prima affermazione nel mondo della motorizzazione, sino ad allora considerato prettamente ‘maschile’. Il doppio numero 38-39/1956 rende omaggio alla produzione della milionesima Vespa, a soli dieci anni dalla sua comparsa, e si caratterizza come un numero monografico di approfondimento di tutti quegli aspetti che ne hanno determinato il suo successo. Fra i contributi più tecnici, vi sono ampie descrizioni della filiera produttiva di Pontedera. Ma oltre a Vespa, Piaggio intende reclamizzare anche tutti gli altri mezzi della sua ‘flotta’: dal motofurgone Ape, alla Giardinetta-Ape, fino al fuoribordo Moscone (detto Vespa del mare). Se la Vespa è considerata da sempre simbolo di libertà e di affermazione giovanile, non deve sorprendere l’ostilità dimostrata dai redattori della rivista sulla previsione dell’obbligatorietà della targa (5/1949), in una società ancora impreparata alla cultura giuridica e della sicurezza stradale. E, ancora negli anni Sessanta, si ha la conferma che l’azienda pone un occhio di riguardo speciale ai giovani, alle loro problematiche e alla loro cultura, stile di vita e moda (sono d’altronde i maggiori fruitori di Vespa): a loro viene dedicata una rubrica periodica. La rivista intende rispondere alle nuove sfide poste dall’internazionalizzazione dell’azienda e, già alla fine degli anni Sessanta, la redazione è pronta a fornire tutti i suoi articoli in versione bilingue (italiano con testo a fronte in inglese). L’attenzione verso i mercati emergenti, in un mondo che si avvia alla globalizzazione, genera numeri monografici dedicati ai paesi dove il marchio Piaggio intende affermarsi (in particolare in Africa e Asia). La copertina del n. 95/1967 introduce il nuovo logo grafico dell’azienda (ad opera dell’architetto de’ Silva di Torino) e l’intero numero è dedicato alla rete dell’organizzazione Piaggio italiana e agli importatori esteri, allo scopo di presentare le modalità con cui sarà introdotto il nuovo brand. Il n. 96/1967, come molti dei numeri di chiusura dell’anno, è un monografico dedicato alla presentazione del Calendario Piaggio per l’anno 1968 e passa in rassegna i calendari editi a partire dal 1951, che godono di un’ampia diffusione all’estero (con versioni in 8 lingue), rappresentando una parte importante della strategia della comunicazione: "in un’atmosfera di rinnovamento, il calendario si orienta verso una prospettiva vibrante di aria nuova, volta ad una estetica non più priva di contenuto ma ricca d’ispirazione, in una perfetta fusione di realismo e pensiero". Tra i successi ottenuti oltreoceano oltre a Vespa, non si può non accennare al riconoscimento del certificato di omologazione del prototipo del mezzo anfibio P.136 - L (facente parte della flotta degli apparecchi aeronautici da affari), che Piaggio vende negli Stati Uniti col nome “Royal Gull” (n. 36/1955). Sempre nel campo della motonautica s’inserisce il numero monografico sugli idrogetti Piaggio-Berkeley (n. 116/1975). In tale settore Piaggio esordisce nel 1973 col KS 150 e KS 200. Nel corso degli anni Sessanta le vendite Piaggio s’impennano grazie anche all’affermazione dei ciclomotori, assai economici e molto dinamici per affrontare il traffico nelle grandi città, a cominciare da ‘Ciao’ (1967), per proseguire con ‘Boxer’, protagonista dell’intero n. 106/1971 (cui si aggiungeranno presto i ciclomotori ‘Si’ e ‘Bravo’). Dal 1969, con l’acquisto dei beni patrimoniali del marchio Gilera, Piaggio entra nel settore delle motociclette. Il mito Vespa, ad oltre 30 anni dalla sua nascita, si rinnova a partire dal 1977, quando si affiancano alla Vespa 50 e alla Vespa 125 Primavera, la Vespa ‘nuova linea’. Si tratta del modello PX, il più longevo della storia Piaggio visto che è stato prodotto sino al 2008 e che, dopo una poco comprensibile interruzione di due soli anni, torna sul mercato a grande richiesta a partire dal 2011. Nell’ultimo numero, il 118/1979, sullo sfondo di una copertina che riporta le ultime fasi di lavorazione della Vespa ‘nuova linea’, campeggia il sottotitolo: "È intenzione di questa monografia tratteggiare una panoramica sull’attività della Piaggio, che possa illustrare i momenti salienti della realtà dell’Azienda. Una realtà che dal 1884 ad oggi indica la coerenza e la continuità di un impegno industriale". Bisognerà aspettare quattordici anni prima di avere una nuova rivista aziendale "Piaggiornale" - bimestrale d’informazione aziendale (a. I, 1993) edita da Piaggio Veicoli europei.