Scopo della pubblicazione è creare «un più intimo collegamento fra il personale delle varie sedi, [...] una conversazione tra il centro e la periferia. E non soltanto su argomenti bancari, finanziari, economici, ma pure su argomenti che riguardano gli stessi collaboratori e le loro famiglie, e su temi di varia natura, compresi quelli letterari e sportivi».
In primo piano «le notizie sullo sviluppo della banca ed eventuali proposte per concorsi, accademie, ritrovi, ecc. [...], la nota religiosa, con particolare riguardo alle maggiori feste e ricorrenze cristiane. Esclusi invece, in via assoluta, accenni di carattere sindacale e politico».
La Banca Cattolica Vicentina fu fondata nel 1892 come società cooperativa a carattere provinciale nell’ambito delle organizzazioni del movimento cattolico “intransigente”. Nel 1916 abbandonò la forma cooperativa e a partire dal 1930-31 - quando in seguito all’incorporazione di diversi istituti bancari della regione mutò denominazione in Banca Cattolica del Veneto - estese l’attività a tutto il Veneto e al Friuli Venezia Giulia. Mantenne sempre come caratteristiche distintive il richiamo alla tradizione cattolica e il forte radicamento nel territorio, come dimostra il periodico aziendale, inaugurato in occasione del sessantesimo anniversario della fondazione dell’istituto bancario.
Per tutti gli anni Cinquanta il giornale è realizzato quasi esclusivamente col contributo dei dipendenti, che inviano articoli, poesie, racconti di esperienze di vita, reportage dalle zone del Veneto e del Friuli Venezia Giulia dove vivono e lavorano. Già sul primo numero si ringrazia per i numerosi contributi pervenuti, scusandosi per l’impossibilità di pubblicare tutto («lo spazio è tiranno e impone una scelta che viene fatta con la massima obiettività, dando la preferenza a quanto abbia più vivo interesse comune, con carattere di originalità»). Quasi sempre presente uno scritto o un racconto dell’amministratiore delegato Secondo Piovesan, animatore di questa come di molte altre manifestazioni della vita “comunitaria” dell’istituto: si tratta di brevi riflessioni che prendono spunto da fatti di cronaca e di costume o da esperienze fatte in prima persona per riflettere sui temi della morale e della religione.
Le pagine vanno dalle 8 alle 12, la veste grafica è molto povera, gli articoli cominciano subito sotto la testata. Sempre presenti le rubriche «Fiori d’arancio», «Nuove culle» e «Veli bruni» con le notizie dei nuovi nati, dei matrimoni e dei lutti avvenuti all’interno della “famiglia” bancaria; e ancora «Onorificenze» e «Lauree» conseguite dal personale. Altra rubrica: «Note di giurisprudenza», con brevi notizie su sentenze o leggi in materia bancaria. I principali contenuti sono relativi a: notizie dalla Chiesa veneta, inaugurazione di sedi e uffici (spesso alla presenza di esponenti ecclesiastici, come il cardinale Angelo Roncalli all’inaugurazione della sede di Venezia nel 1955), avvisi e resoconti sulle attività ricreative e le iniziative culturali per i dipendenti (spettacoli teatrali, lezioni di cultura religiosa, gite e pellegrinaggi, corsi di “esercizi spirituali”), le colonie estive, le cerimonie di premiazione degli orologi d’oro (per i trent’anni di servizio), i raduni degli ex dipendenti.
Negli corso degli anni Cinquanta sono presenti anche diversi articoli di argomento economico e finanziario: Problemi monetari. Domande insidiose, n. 2, 1951; I nuovi principi della produttività, n. 3, 1952; Inflazione o deflazione?, n. 2, 1953; Trasporti e popolazione nei riflessi dell’economia italiana, n. 4, 1953; Credito ordinario e imprese economiche, n. 6, 1954
Nel 1962, in occasione dei dieci anni di vita, il periodico si dà una veste più elegante: carta patinata, impaginazione e grafica più curate, la copertina riporta una foto in bianco e nero sotto la testata (raffigurante un paesaggio regionale o esempi di arte sacra veneta), sprazzi di colore in alcuni titoli. Aumentano le pagine (20-24) e la realizzazione è affidata a una redazione e a un direttore responsabile (Pio Rumor). Diminuiscono quindi notevolmente i contributi dei lettori. La maggior parte degli articoli riguarda il territorio: arte, artigianato, storia, economia, letteratura. Dal 1966 i contributi di Secondo Piovesan vengono raccolti nella rubrica «Note e commenti di Essepì», di 3-4 pagine, con lo stesso stile dei precedenti.
Numerosi, nel corso degli anni Sessanta, gli articoli sull’avvento della meccanografia nelle procedure contabili della Banca (Il nuovo centro elettronico, n. 1, 1962; Curiosità elettroniche, n. 6, 1964; Il centro elettronico, n. 2, 1965; Inaugurati a Vicenza i nuovi uffici del centro contabile, n. 3, 1965; La scienza al servizio delle banche: la xenografia, n. 5, 1965; Lettera aperta dal centro elettronico, n. 5, 1966).
Agli anni Settanta risalgono nuovi cambiamenti nella veste grafica, nell’impaginazione, nella grafica della testata. Aumentano anche le pagine (fino a 32).
La pubblicazione cessa di uscire nel 1973, all’indomani del passaggio della Banca Cattolica del Veneto sotto il controllo del Nuovo Banco Ambrosiano e, certo non a caso, delle dimissioni di Secondo Piovesan da amministratore delegato.