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pagine
da 8 a 12
formato
cm. 28 x 38,5; poi 23 x 31
illustrato
si
bn/colore
bn

Acqua e Luce

titolo
Acqua e Luce
azienda
Acea
durata
1955 (a. I, n. 1) - 1974 (a. XVI), sospeso dal 1965 al 1967
periodicità
Mensile
distribuzione
Spedizione gratuita in abbonamento postale al personale dipendente
editore
Acea
direttore
Silvio Tomassini, Ettore Verducci, Mario Pediconi
contributi
Riccardo Sennato, Maria Luisa Zingarelli
stampatore
Apollon
compilatore
Roberto Baglioni

"Acqua e luce" è il notiziario di una grande azienda municipalizzata che opera nella Capitale e che presenta un’impostazione editoriale del tutto simile a quella di "Vita dell’Atac, consorella romana che esercita il ramo del trasporto pubblico. Entrambe faranno da cassa di risonanza della cronaca politica e legislativa che si mosse nel nostro Paese intorno al tema della municipalizzazione. Accreditata in più occasioni dall’Associazione della stampa aziendale italiana, la rivista si dimostra sensibile al dibattito intorno alla ricerca delle fonti di approvvigionamento energetico alternativo ed ecocompatibile.

Al suo esordio, nel primo editoriale, si legge che lo "scopo di 'Acqua e Luce' è quello di far conoscere al personale la vita e le attività dell’Azienda attraverso la descrizione e l’illustrazione delle realizzazioni, attraverso l’esposizione delle questioni che maggiormente interessano i singoli settori aziendali, ma soprattutto attraverso le impressioni e gli stessi punti di vista dei dipendenti". Così il direttore invita tutti alla collaborazione mediante idee e interventi. La rivista contiene articoli illustrativi di impianti, note su argomenti di cultura tecnica e generale, segnalazioni e proposte su questioni che interessano i servizi offerti; ma anche racconti e curiosità tecniche ed artistiche, battute umoristiche e sport. Una ricca rubrica fotografica ferma le immagini degli avvenimenti e delle ricorrenze che maggiormente interessano le famiglie dei dipendenti. C’è infine “L’angolo dei bimbi” dedicato ai più piccoli, con vignette e fumetti, ritratti fotografici dei figli dei dipendenti e concorsi a premio. I titoli di alcune rubriche danno una chiara idea dell’impostazione editoriale, tutta incentrata sulla valorizzazione del lavoro: “I Nostri al lavoro”, “Una giornata di lavoro”, “Relazioni umane”, stimolata anche dall’indizione di concorsi fotografici a tema riguardanti vari aspetti di vita aziendale, impianti idrici e elettrici dell’azienda; senza però dimenticare il tempo libero, con le rubriche “Vita del nostro Cral”, “Itinerari turistici”, “Elettroumorismo”. A partire dal n. 5/1955, in diversi articoli, si traccia il profilo storico dell’azienda (nata nel 1919) sia mediante una dettagliata analisi dei reparti aziendali (articolazione dell’organigramma aziendale) che, più in generale, attraverso la storia dell’illuminazione a gas e del primo impianto elettrico (n. 2/1955). Nel n. 4/1959, con uno speciale monografico di 24 pagine, si celebra il Cinquantenario della municipalizzata, ripercorrendone la storia a partire dal referendum istitutivo del 20 settembre 1919. E ampio spazio è dedicato al dibattito sulle aziende municipalizzate, alla luce del Convegno organizzato al Passo della Mendola per iniziativa dell’Università Cattolica di Milano (n. 9/1957). L’approfondimento di carattere scientifico (1955-1956) è curato dell’ingegner Riccardo Sennato, che illustra i principali concetti sui quali è fondata la moderna tecnica nucleare. A più riprese, nel corso del 1958, si fa il punto sulla ricerca in tema di fusione nucleare e più in generale sul futuro dell’energia nucleare. Ma è la città di Roma rimane il centro propulsore della rivista: vari contributi, dedicati alla divulgazione del patrimonio storico artistico di Roma, come per esempio in Fontane e acquedotti nell’antica Roma (n. 5/1955), rappresentano lo spunto per esaminare il contributo dell’azienda all’illuminotecnica monumentale. Puntuale è la descrizione degli interventi di ampliamento della rete idrica della città e la realizzazione di nuovi impianti, anche nell’ambito della legge speciale per la Capitale (n. 2/1958) o, ancora, l’illustrazione del Piano generale per l’approvvigionamento idrico di Roma. Tutti argomenti, questi, variamente accennati nell’ampia reportistica della Commissione amministratrice dell’azienda e nella pubblicazione della relazione all’esercizio, che la rivista puntualmente ospita. Una vera e propria sfida “mondiale” che la città pone è rappresentata dall’occasione delle Olimpiadi di Roma 1960, raccolta con l’impegno creativo e tecnico di associazioni romane di periti ed ingegneri dell’Acea: si veda l’articolo Impianti elettrici di distribuzione realizzati dall’Acea per l’alimentazione dei complessi olimpici. Nel n. 7/1957 si saluta la nascita di un Comitato aziendale per le relazioni pubbliche, organo direzionale riunitosi a Convegno in occasione del suo primo anno di attività, che, tra gli strumenti di comunicazione editoriale, promuove l’attività del Notiziario aziendale, che oramai ha assunto una funzione informativa sempre maggiore, raggiungendo anche destinazioni esterne, con una tiratura di circa 15.000 copie mensili. Al suo attivo il Comitato vanta anche la creazione di una Sezione cinematografica che ha curato la produzione di filmine aziendali che documentano le gestioni elettriche ed idriche della società, oltre alla promozione di visite della cittadinanza agli impianti e ad iniziative pubbliche come l’organizzazione della "Mostra delle acque", in occasione del completamento dell’acquedotto del Peschiera. Nel 1959 il periodico si aggiudica il Premio "A. Pacces" dell’Asai (Associazione della stampa aziendale italiana) per la categoria "Sicurezza sul lavoro". Giuseppe Giardino contribuisce in modo originale al giusto risalto da darsi all’infortunistica, anche con interessanti profili storici: si pensi al suo Bernardo Ramazzini precursore delle odierne teorie sull’igiene del lavoro e sulle malattie professionali (n- 10/1959). Dal n. 10/1959 diventa direttore responsabile Ettore Verducci e di lì a poco è tempo di bilanci per la rivista; nel n. 4/1960 si fa il punto sui primi cinque anni di pubblicazione: "Acqua e Luce si è prodigato per dare ai suoi lettori un’ampia visione del lavoro svolto dalla nostra azienda al servizio della cittadinanza romana…ha cercato di illustrare la vita della famiglia aziendale nelle sue manifestazioni post lavorative…non ha trascurato la trattazione di svariati argomenti d’arte e di cultura generale…ha tentato di entrare nelle case con un linguaggio umano"; non mancano anche aspetti più critici: "è mancato forse il colloquio col pubblico, quel colloquio franco e onesto che crea un ponte spirituale tra il giornale ed i suoi lettori…è mancata forse una interessante varietà di argomenti… è mancato, specie negli ultimi tempi, quello che è l’articolo 'tecnico'... non scritto per il tecnico ma scritto per tutti". Nel n. 9/1962 si pubblica un’interessante contributo di Enzo Spaltro Il lavoro in gruppo e le comunicazioni aziendali che affronta la psicologia del lavoro e che introduce i concetti di lavoro umano, gruppo, tecniche di gruppo e comunicazione di gruppo. Nel n. 5/1964 il direttore Ettore Verducci comunica le sue dimissioni dall’Azienda con l’articolo Saluto, e lo fa ripercorrendo la sua ricca e personale esperienza di lavoro. Il giornale verrà di conseguenza sospeso dal giugno 1965 al dicembre 1967, per poi riprendere nel maggio 1968 (a. XI) diradando la sua periodicità a numeri unici annuali. La nuova veste grafica presenta una copertina a colori ed un nuovo e più pratico formato di ridotte dimensioni. La nuova direzione di Mario Pediconi, con l’editoriale d’esordio Fedeltà al programma, non lascia dubbi sulla continuità ma non manca di sottolineare il vasto processo di riorganizzazione aziendale avvenuto proprio negli anni di sospensione del notiziario. I nuovi numeri fanno ancora perno sugli argomenti di sempre: impianti di approvvigionamento idrico ed elettrico, politica del personale, storia dell’illuminazione nella Capitale, assistenza sanitaria, attività dopolavoristica e tempo libero. Vistoso risulta l’ampliamento del numero di pagine dedicate alla pubblicizzazione dei grandi impianti realizzati nell’ambito della programmazione quinquennale delle grandi opere. La rivista cessa col 1974 (a. XVI, n. 1).