Pubblicazione mensile a cura dell’Ufficio stampa, che prende significativamente avvio nell’anno 1954. In quell’anno la nuova amministrazione della Larderello S.p.A., azienda che produce energia geotermica nell’omonima zona boracifera, dà inizio ad un radicale rinnovamento mediante un piano di completamento civile e sociale del suo sviluppo industriale, che prevedeva la realizzazione di un villaggio operaio affidato al genio dell’architetto Giovanni Michelucci. La rivista nasce come strumento di comunicazione di un’esperienza sociale originale e all’avanguardia nell’economia nazionale e nelle relazioni industriali, da valorizzarsi col contributo di tutti gli attori.
Pubblicazione mensile a cura dell’Ufficio stampa, che prende significativamente avvio nell’anno 1954. In quell’anno la nuova amministrazione della Larderello S.p.A., azienda che produce energia geotermica nell’omonima zona boracifera, dà inizio ad un radicale rinnovamento mediante un piano di completamento civile e sociale del suo sviluppo industriale, che prevedeva la realizzazione di un villaggio operaio affidato al genio dell’architetto Giovanni Michelucci. La rivista nasce come strumento di comunicazione di un’esperienza sociale originale e all’avanguardia nell’economia nazionale e nelle relazioni industriali, da valorizzarsi col contributo di tutti gli attori (v. Larderello 3° anno, gen. 1958: “Più di un secolo era passato da quando la tecnica, l’ingegno, la laboriosità di questa gente avevano trasformato la sterile e solitaria terra in un centro industriale di primaria importanta…”). Le notizie riportate non riguardano solo lo stabilimento principale di Larderello, famoso per lo sfruttamento del fenomeno naturale dei soffioni boraciferi (v. Storia intorno ai soffioni, gen. 1958; Un documentario della RAI: “La città dei Soffioni”, mar-apr. 1959) ma anche gli impianti di Castenuovo Val di Cecina, Sasso, Serrazzano, Lagoni Rossi, Monterotondo, Lago e Travale. Oltre alla produzione di energia, in quegli impianti si ricavano dai minerali prodotti chimici per l’industria, per l’agricoltura e per l’economia domestica: acido borico greggio e raffinato, borace, carbonato ammonico, solfato ammonico, carburo di boro (carbor talco borico ‘florentia’), il cui impiego è ampiamente e scientificamente documentato nel periodico.
Alla rivista è abbinato il bimestrale Rassegna di studi e di attività sociali dedicato all’attività sociale, ricreativa e dopolavoristica, che include anche interessanti profili storico biografici dei pionieri e degli animatori della Larderello (v. Nel centenario della morte di Francesco De Larderel, nov.-dic. 1958; La complessa e benemerita attività di Piero Ginori Conti, mag.-giu. 1959). Le rubriche in cui si articola il mensile sono: “Istantanee”, “In casa nostra”, “Diagrammi di produzione mensile”, “Fermo posta”, “Notiziario sindacale”, “Piccola anagrafe”, “Brevi dall’Italia”, “Varietà”, “Rassegna dei ragazzi”.
Nel corso del 1959 l’Associazione italiana della stampa scientifica e periodica ne riconosce il valore includendola nelle testate esposte alla 37a Fiera di Milano. Sempre nello stesso anno esce un numero speciale dedicato alla visita del Presidente della Repubblica Giovanni Gronchi.
Il riconoscimento nazionale ed internazionale dell’azienda passa anche attraverso la costituzione del Museo storico di Larderello (nel numero di set.-ott. 1961, con ampio servizio nel numero di dic. 1962) presso l’omonimo palazzo di Piazza Leopolda, che comprende la Sala storica, l’archivio, il Salone delle sonde, quelli della chimica e dell’elettricità.
A partire dal mag.-giu. 1962 la gestione redazionale della rivista viene assunta da un comitato composto da otto membri con la consulenza di un pubblicista. Con tale intervento ci si prefigge di snellire e di rendere più vivaci il contenuto, i testi fotografici e le rubriche «in modo che possa assumere un carattere di maggiore attualità e divulgazione…alla portata di più vaste cerchie di lettori, configurandosi nel contempo un organo serio e di alto impegno formativo ed informativo». La rassegna cessa con la nazionalizzazione della produzione dell’energia elettrica, nel 1963, dopo che la sua denominazione era stata modificata in «Enel Larderello». Il nuovo soggetto pubblico col 1964 iniziò infatti la pubblicazione dell’unico house organ dal titolo Illustrazione Enel.